2024, Ssn, il costo di iscrizione dei cittadini extra Ue balza da 387 a 2mila euro

Cittadini extracomunitari, 2mila euro per curarsi con Ssn

 Contributo annuo per residenti, ridotto con permesso per studio

 

Iscrizione volontaria al Servizio sanitario nazionale (Ssn): per i cittadini extra-Ue scatta l’aumento a 2mila euro. Una delle novità della legge di Bilancio 2024 interviene sul testo unico dell’immigrazione (Dlgs 286/1998), prevedendo l’innalzamento, da 387 a 2mila euro annui, del contributo di iscrizione al Ssn dovuto dagli stranieri soggiornanti in Italia per più di tre mesi e che non hanno diritto all’iscrizione obbligatoria.

I motivi per i beneficiari

Nel dettaglio, i cittadini extra-comunitari con permesso di soggiorno per motivi diversi da lavoro, famiglia, asilo, protezione sussidiaria o altre situazioni speciali dovranno, in alternativa, stipulare una polizza di assicurazione privata o procedere all’iscrizione al Ssn, versando un contributo calcolato sul reddito conseguito nell’anno precedente - in Italia o all’estero - e che, stando alle modifiche normative, non può comunque essere inferiore a 2mila euro (nuovo articolo 34, comma 3, del Dlgs 286/1998). Si tratta di un’evidente variazione in aumento, che quasi “sestuplica” il costo previsto sino al 2023 per l’accesso dei cittadini stranieri alla molteplicità delle cure garantite dal Ssn (prima delle modifiche, 387 euro per ogni soggetto extra-Ue).

La relazione allegata alla legge di Bilancio 2024

Sul punto, la relazione tecnica allegata alla legge di Bilancio 2024 precisa che l’innalzamento del contributo di iscrizione volontaria al Ssn si pone in coerenza con i costi pro-capite sostenuti dalla sanità pubblica. Tuttavia, non può non evidenziarsi che la novità in commento porta con sé effetti penalizzanti per una serie di realtà. Pensiamo, ad esempio, agli enti religiosi, che si avvalgono di soggetti extra-Ue per il perseguimento delle proprie finalità. In molti casi si tratta di soggetti coinvolti nel sostegno alle persone fragili o comunque in attività di interesse generale, tra cui anche quella sanitaria e socio-sanitaria.

La nota del ministero della Salute

Sul punto, come precisato dal ministero della Salute nella nota 14724 del 15 gennaio scorso, il personale religioso proveniente dall’estero non rientra tra le categorie iscritte di diritto al Ssn. Ciò in ragione del fatto che l’attività di tali soggetti non è resa nell’ambito di un rapporto di lavoro subordinato - civilisticamente (e fiscalmente) inteso - bensì in virtù del senso di appartenenza verso il proprio ordine o congregazione di riferimento. In sostanza, l’impossibilità di rilasciare a tali soggetti un permesso di soggiorno per motivi di lavoro fa sì che, per assicurarsi contro malattie e infortuni, il personale religioso extra-Ue dovrà necessariamente optare per l’assistenza privata o iscriversi al Ssn, pagando una cifra almeno pari al contributo minimo richiesto.
Una situazione che inevitabilmente si ribalta sugli enti religiosi, per i quali l’aggravio dei costi potrebbe essere decisivo per la prosecuzione delle attività e per la capacità di attrarre personale estero.

Quadruplicato il contributo per gli studenti

Aumenta di oltre quattro volte, invece, il contributo richiesto per gli studenti extra-Ue. Infatti, a partire dal 1°gennaio 2024, gli stranieri soggiornanti in Italia per motivi di studio dovranno corrispondere al Ssn, a titolo di iscrizione volontaria, un contributo forfettario annuo pari a 700 euro, a fronte dei 149 euro richiesti sino al 2023. Un notevole incremento rispetto al passato, cui si dovranno aggiungere gli ulteriori costi sostenuti dagli studenti che aderiscono a programmi di studio internazionali.

Gli emendamenti al Milleproroghe

Sul tema degli aumenti legati all’iscrizione al Ssn dei cittadini extra-Ue, a oggi risultano depositati alcuni emendamenti al decreto Milleproroghe, nell’ottica di differire l’entrata in vigore delle nuove tariffe o selezionare, quantomeno, alcune categorie di soggetti per i quali varrebbe la pena mantenere uno specifico appeal da parte dell’Italia, se non altro in prospettiva futura.